Informazioni tesi

 

La value relevance della comunicazione del modello di business: un’analisi basata sulle previsioni degli analisti

 

Anno

2017
 

Autore

PRINCIPE BELINDA
 

Relatore

Giunta Francesco
 

Tutor

Simoni Lorenzo
 

Oggetto e obiettivi

Nel corso degli anni, la quantità di informazioni in forma narrativa comunicate pubblicamente dalle impresa al mercato è costantemente aumentata. L’attenzione si andata concentrando sulla sfera strategico-competitiva e sui risultati attesi dalla gestione. In tal modo le imprese ritengono di rispondere meglio alle attese dei vari stakeholder, in particolare degli investitori.

A fini interpretativi, l’anello di congiunzione fra strategia e risultati attesi dalla gestione è costituito da quello che viene ormai comunemente chiamato il modello di business (BM). Laddove la strategia mira a distinguersi dai concorrenti, il BM è il veicolo per rendere operative quelle differenze al fine di creare e catturare valore. In questo senso, il BM consente di evidenziare le relazioni che esistono fra strategia, struttura e ambiente competitivo, mettendo in risalto i driver dei risultati conseguiti dall’impresa. Insomma, il BM rappresenta un quadro concettuale per sistematizzare le diverse informazioni qualitative e quantitative che sono alla base della capacità dell’impresa di creare valore, correlandole fra loro.

Questa idea è condivisa da molti organismi professionali, società di consulenza e standard setter di vari paesi del mondo. La stessa Unione Europea, con la Direttiva UE 95/2014, ha introdotto l’obbligo per tutte le imprese quotate di includere nel bilancio annuale una rappresentazione del proprio business model (BM).

In questo quadro, l’obiettivo perseguito dalla ricerca è quello di misurare la value relevance delle informazioni concernenti il BM comunicate dalle imprese. 

 

Disegno di ricerca

La value relevance è intesa come utilità per gli analisti sell ai fini della preparazione delle loro stime sugli utili futuri delle imprese. Concordemente con molta letteratura, il comportamento degli analisti si ritiene offra indicazioni indirette sugli orientamenti degli investitori che restano non osservabili. Il grado di utilità, sempre in coerenza con molta letteratura, è misurato in termini di: dispersione delle stime; accuratezza delle stime.

Sulla base di questi presupposti si sviluppa un attento esame della letteratura articolato in tre filoni:

a) letteratura relativa al concetto di BM. Si tratta di evidenziare la pluralità di definizioni fornite dalla ricerca e dalla pratica, giungendo a una categorizzazione in tre gruppi di definizioni: elementari, articolate, complesse;

b) letteratura concernente la comunicazione non finanziaria. L’attenzione si concentra sulle teorie relative ai benefici della comunicazione non finanziaria;

c) letteratura relativa alle previsioni degli analisti. L’attenzione si concentra sulle relazioni fra pratiche di comunicazione delle imprese e comportamento degli analisti.

Le ipotesi derivate dalla letteratura che si intendono testare in relazione agli obiettivi assegnati alla ricerca sono le seguenti:

hp 1) La dispersione delle previsioni relative agli utili delle imprese fornite dagli analisti è negativamente correlata con la comunicazione del BM. In particolare, con forme di comunicazione che si possono ricondurre alla categoria delle descrizioni articolate e complesse del BM;

hp 2) L’accuratezza delle previsioni degli analisti è correlata positivamente con la comunicazione del BM. In particolare, con forme di comunicazione che si possono ricondurre alla categoria delle descrizioni articolate e complesse del BM.

L’analisi è svolta su un campione di società italiane quotate.  Le società prescelte devono appartenere a settori industriali che tipicamente producono una consistente informazione volontaria e le cui imprese operano su scala internazionale. I dati in base ai quali misurare il grado di disclosure del BM sono ottenuti attraverso una content analysis condotta su bilanci delle imprese del campione.

 

Competenze richieste

Buon livello conoscenza dell’inglese (lettura)

Conoscenze statistiche che comprendono la statistica inferenziale

Conoscenza del pacchetto Excel

 

Letteratura essenziale

- Abhayawansa, S., Aleksanyan, M., and Bahtsevanoglou, J. (2015). The use of intellectual capital information by sell-side analysts in company valuation. Accounting and Business Research, Vol. 45 No. 3, pp. 279-306.

- Beattie, V., and Smith, S.J. (2013). Value creation and business models: Refocusing the intellectual capital debate. The British Accounting Review, Vol. 45 No 4, pp. 243-254.

- Hope, O. (2003). Disclosure Practices, Enforcement of Accounting Standards, and Analysts’ Forecast Accuracy: An International Study. Journal of Accounting Research, Vol. 41 No. 2, pp. 235-272.

- Nielen, C. (2008). Through The Eyes of Analysts: A content analysis of the narratives supporting recurrent and fundamental research. Working Paper Series, Department of Business Studies, No. 6, 2008, Aalborg University.

- Nielsen, C. (2010). Conceptualizing, Analysing and Communicating the Business Model. Working paper series, Aalborg University, Department of Business Studies, No. 2.

- Nielsen, C., and Bukh, P.N. (2011). What constitutes a Business Model: The perception of financial analysts. International Journal of Learning and Intellectual Capital, Vol. 8 N. 3, pp. 256-271.

- Orens, R., and Lybaert, N. (2010). Determinants of sell-side financial analysts’ use of non-financial information. Accounting and Business Research, Vol. 40 No. 1, pp. 39-53.

- Osterwalder, A. (2004). The Business Model Ontology - a proposition in a design science approach, Ph.D. thesis, Ecole des Hautes Etudes Commerciales HEC, University of Lausanne.

- Osterwalder, A., Pigneur, Y., and Tucci, C.L. (2005). Clarifying business models: Origins, present, and future of the concept. Communications of the association for Information Systems, Vol. 16 No. 1.

- Vanstraelen, A., Zarzeski, M.T., and Robb, S.W.G. (2003). Corporate Nonfinancial Disclosure Practices and Financial Analyst Forecast Ability across Three European Countries. Journal of International Financial Management and Accounting, Vol. 14 No. 3, pp. 249-278.